Come il cellulare diventa un portafogli virtuale

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Fiori e note….d'Amore
view post Posted on 1/7/2011, 17:02     +1   -1







Il portafogli del futuro? Sarà il telefonino. Le maggiori case produttrici mondiali di smartphone e tablet hanno cominciato a sperimentare delle applicazioni di mobile payment (micropagamenti via cellulare) che trasformeranno i cellulari di ultima generazione in un borsellino virtuale, con cui ogni cliente potrà pagare alle casse degli esercizi commerciali.

La tecnologia che consentirà di effettuare pagamenti con il proprio cellulare è la NFC (Near Field Communication). Si tratta di un dispositivo elettronico inserito all'interno dello smartphone e associato alla propria carta di credito. Quando è posto a pochi centimetri da uno specifico POS (di cui già sono dotati molti negozi, sia negli Stati Uniti che in Europa), questo strumento trasmette un segnale criptato con le informazioni della carta e il cliente può procedere al pagamento di ciò che vuole acquistare semplicemente sfiorando lo schermo del proprio cellulare. Il procedimento è simile a quello delle transazioni fatte con le carte di credito ma in questo caso, naturalmente, non è necessario mettere mano al portafogli. L'unico obbligo è quello di scaricare gratuitamente da Internet una specifica applicazione che consente di pagare.

Come sistema di pagamento, la tecnologia NFC sarà presto in grado di memorizzare i dati di tutte le carte di credito e di debito in possesso dell'utente, comprese le prepagate e le carte fedeltà rilasciate da ipermercati e centro commerciali. In prospettiva, questo dispositivo permetterà ai consumatori di individuare i luoghi in cui trovare le migliori offerte per ciò che si vuole comprare, di visualizzare sullo schermo del proprio cellulare gli sconti proposti dall'esercizio commerciale in cui ci si trova e di acquistare direttamente biglietti di eventi e trasporti pubblici.

A inaugurare le prime sperimentazioni, soprattutto negli Stati Uniti, sono state le maggiori compagnie produttrici degli apparecchi telefonici di ultima generazione, in collaborazione con operatori di telefonia mobile, grandi banche, società che emettono carte di credito, aziende di telecomunicazioni e reti che forniscono servizi di pagamento online.

Ogni soggetto coinvolto in questa rivoluzione "mobile" dei pagamenti vuole essere il primo a gestire la transizione e punta a un obiettivo diverso: per esempio, i produttori di smartphone cercano di implementare le tecnologie di mobile payment per attirare nuovi acquirenti grazie alla comodità del servizio; i colossi della telefonia mobile mirano a trasformare i cellulari in vere e proprie carte di debito in cui i micropagamenti vengono scalati direttamente sulla scheda prepagata o sull'abbonamento telefonico; le banche (tra le più attive nelle sperimentazioni in America) fanno esperimenti su queste tecnologie per fidelizzare i propri clienti più "hi tech"; le società responsabili dell'emissione di carte di credito puntano sulla NFC per realizzare sistemi di pagamento "contactless".

Tra i progetti sperimentali negli Stati Uniti si segnalano anche quelli effettuati da alcune aziende, che hanno consegnato ai propri dipendenti delle microschede da inserire in qualsiasi modello di smartphone. Per pagare, gli sperimentatori hanno avuto soltanto bisogno di scaricare una "app" specifica dal web.

In Europa, una delle sperimentazioni più importanti sui pagamenti elettronici con NFC è stata "Mobile Shopping Sitges 2010", attivata a metà 2010 in Spagna nella località di Sitges, vicino Barcellona. Il progetto, gestito da un operatore di telefonia mobile, un istituto di credito, un'azienda hi tech e una società che emette carte di credito, ha riguardato più di 500 negozi che, per oltre sei mesi, hanno accettato pagamenti attraverso i cellulari dotati della tecnologia NFC, distribuiti a oltre 1.500 persone. Il 90% circa dei consumatori coinvolti nell'iniziativa ha effettivamente usato il telefonino per il pagamento. Il 60% delle operazioni effettuate erano relative a spese inferiori a 20 euro, la cifra al di sotto della quale non era necessario digitare il codice PIN: una dimostrazione che questo sistema di micropagamenti è particolarmente adatto a transazioni con importi medio-bassi.

In Italia, ancora non sono state lanciate sperimentazioni e i POS speciali che possono riconoscere i segnali NFC sono presenti solo in pochi punti vendita e finora funzionano solo con le carte di credito e non con il cellulare.

Al di là del successo delle sperimentazioni (in alcuni casi positivo e in altri no), secondo gli esperti quella dei pagamenti tramite NFC sarà una rivoluzione inarrestabile. In base alle previsioni di IE Market Research, questi sistemi potrebbero potenzialmente sostituire molti registratori di cassa e rimpiazzare l'uso delle carte di credito fino a guadagnare, entro il 2014, un terzo del mercato globale delle transazioni mobili. Nel 2015, i pagamenti NFC potrebbero raggiungere la cifra complessiva di 22 miliardi di dollari.

Non è un caso, quindi, che gli investimenti in questa tecnologia sono stati altissimi. Gli analisti stimano che nel 2011 le spedizioni di chip NFC cresceranno del 50% rispetto ai 52,6 milioni stimati in precedenza. Si prevede inoltre che nel 2014 saranno richiesti almeno 220 milioni di pezzi. Come affermato nel primo "Mobile Financial Services Development Report 2011", realizzato dal World Economic Forum e da The Boston Consulting Group, tali servizi potranno avere un grande successo soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dove gran parte della popolazione non utilizza servizi bancari. Anche in Europa, si legge nel report, l'impatto di questa nuova tecnologia di pagamento potrà essere rapido e forte purché si facciano leggi in grado di proteggere i consumatori e di garantire sicurezza agli operatori finanziari coinvolti: il rischio è che una normativa lacunosa possa avvantaggiare in breve tempo i soggetti non regolamentati.

A questo punto ci si potrebbe domandare perché la tecnologia NFC, che già funziona da anni, non abbia già trasformato i metodi di pagamento dei consumatori. La risposta arriva da un'indagine recente effettuata da Gfk: il motivo è la mancanza di fiducia verso un sistema ancora poco conosciuto e verso i soggetti che offrono il servizio. Il sondaggio ha rilevato che solo le banche sono considerate soggetti che danno sufficienti garanzie in tema: a pensarlo è il 48% degli intervistati. Gli operatori di telefonia mobile sono ritenuti affidabili invece solo dal 10% delle persone. Per quanto riguarda le compagnie produttrici di smartphone e tablet, sono considerati “di fiducia” soltanto i due-tre brand più noti. Verso gli altri, invece, i consumatori nutrono ancora molta diffidenza.


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